A Roma i sindaci compatti: «Le Province non si toccano»

TERAMO – Hanno ‘marciato’ sulla capitale in senso simbolico, per far sentire la loro voce di primi cittadini che vogliono restare tali con la dignità di amministratori di capoluoghi e non di comuni rimodulati in altri confini geografico-politici. Sono i sindaci delle 35 città le cui province sono state "soppresse" dal recente decreto legge del Governo Monti: guidati dal primo cittadino di Teramo, Maurizio Brucchi, affiancato dai colleghi di Crotone, Peppino Vallone e di Mantova, Nicola Sodano (nella foto) – provenienti dalle regioni Abruzzo, Campania, Calabria, Puglia, Emilia Romagna, Piemonte e Toscana – si sono ritrovati nella sede romana dell’Anci dove hanno discusso delle iniziative da intraprendere per mantenere intatto l’equilibrio delle province. Sarà predisposto un documento che sarà sottoscritto da tutti i portatori di interessi dei diversi territori, nel quale sarà ribadita con fermezza la contrarietà al decreto e in cui verrà richiesto contestualmente, il suo annullamento. Un incontro per valutare le azioni più opportune per chiedere al Governo l’annullamento del decreto, sarà chiesto al presidente della Commissione Affari costituzionali, l’onorevole Vizzini. I segretari nazionali dei partiti che sostengono il Governo Monti, saranno interpellati e coinvolti allo scopo di iscrivere la problematica nella loro agenda e valutare la loro posizione e le eventuali iniziative da porre in essere. Idem per i parlamentari dei vari territori interessati dalle soppressioni. Molto probabilmente il prossimo 12 dicembre si terrà una manifestazione a Roma, che radunerà tutte le forze politiche, sindacali, amministrative ed economiche dei diversi territori. Il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, nei prossimi giorni invierà una lettera a tutti i sindaci dei Comuni della provincia, ai quali chiederà la sottoscrizione del documento in fase di redazione e l’adesione alla manifestazione del 12 dicembre. Con loro saranno coinvolti anche i presidenti delle Province. Brucchi ha manifestato la propria soddisfazione per l’esito della riunione e invita le forze politiche, sociali ed economiche del territorio a sostenere la battaglia contro il decreto, per giungere grazie ad essa, alla sua definitiva cancellazione.